Dal 25 al 30 luglio abbiamo partecipato su iniziativa dell’AC diocesana al campo di lavoro organizzato da “Libera contro le mafie” a Pugliano di Teano (CE) presso il bene “Antonio Landieri”, confiscato alla camorra e gestito dalla cooperativa sociale La Strada. Giornate spese tra lavoro e formazione sulla lotta alla criminalità organizzata con testimonianze e interventi di ospiti speciali. Insieme ad un gruppo di ragazzi di Milano, abbiamo trascorso le mattine prendendo parte, seguiti dai vari utenti di cui la cooperativa si prende cura per favorirne il reinserimento sociale tramite il lavoro, alle varie fasi della filiera etica dei ceci e delle nocciole, e contribuendo ai servizi per la nostra vita comunitaria. Durante i pomeriggi invece, dopo una spartana doccia all’aperto, abbiamo avuto l’opportunità di ascoltare il racconto di Stefano Mancini, presidente della cooperativa che, pur essendo molto giovane, ha scelto di dedicare la sua vita a creare uno spazio di riabilitazione sociale per gli ultimi, Alessandro Buffardi, che con la sua cooperativa sta contribuendo a contrastare il fenomeno del caporalato a Castelvolturno, la storia di Franco Beneduce, proprietario di una fabbrica di detergenti che ha più volte subito, senza mai cedere, tentativi di estorsione di stampo mafioso, l’esperienza di Sergio Nazzaro, giornalista e scrittore con il quale abbiamo riflettuto sull’importanza del nostro contributo all’antimafia attraverso una consapevole informazione, e il racconto della rinascita di Gianfranco, membro della cooperativa, che dopo una gioventù difficile segnata dalla dipendenza dalla droga ha scelto con coraggio e determinazione di cambiare vita. Abbiamo poi avuto un incontro molto toccante con il nipote del magistrato Ferdinando Imposimato, Filiberto Imposimato, il cui padre venne ucciso dalla camorra nel 1983 in un agguato, durante il quale rimase gravemente ferita anche la madre.
Tante storie, tutte diverse tra loro, che ci hanno interrogati, fatti mettere in discussione, commuovere e riflettere molto sull’importanza delle nostre scelte e del contributo prezioso che possiamo dare a questo progetto a partire dalla nostra quotidianità e dalle realtà in cui viviamo. Ci hanno fatto riaccendere la speranza, forse affievolitasi in questi ultimi tempi, del fatto che uno sguardo trasfigurato possa sempre far fiorire dal male il bene e la bellezza, e riscoprire la preziosità e il valore unico di quelle relazioni autentiche che, proprio nelle difficoltà, si fanno più forti per non lasciare solo, indietro, nessuno. Torniamo da questa esperienza più consapevoli, maturi, felici e soprattutto carichi: abbiamo il desiderio di muoverci e impegnarci, perché se “ogni albero si riconosce dal suo frutto”, vogliamo che i frutti che porteremo nelle nostre realtà testimonino la bontà e la bellezza di questa settimana nella certezza che “proprio in fondo al cielo, non so come, non so dove, c’è un milione di stelle, stelle senza nome, stelle comuni. Nessuno se ne cura, ma proprio grazie a loro la notte è meno scura”.