San Giovanni 2020

Domenica 28 giugno 2020 abbiamo celebrato la solennità di san Giovanni Decollato: era presente l’intera comunità che si esprime nelle due lingue, ma vive un’unità di intenti, di valori, di speranze, di fede.

La celebrazione ha avuto luogo in oratorio, nel campo (un tempo “sportivo”) dove erano state sistemate le sedie, a semicerchio perché tutti vedessero l’altare e gli stendardi e alla distanza, prevista dalla normativa. La messa è stata presieduta da don Alessandro Cucuzza, sangiovannino doc, che di recente ha celebrato 25 anni di sacerdozio. Era concelebrata da gospod Milan, dal parroco don Sergio, da gospod Tomaž, assieme al diacono Paolo.

Bravo il parroco, che tenendosi volutamente “indietro” durante tutta la celebrazione, ha lasciato spazio a don Alessandro che ha condiviso con l’assemblea la gioia per il suo anniversario e per essere presente nella sua “vecchia” parrocchia.

Tra i sacerdoti celebranti e il diacono c’è stato rispetto e scambio di suggerimenti nella celebrazione.

Non c’è stata la tradizionale processione, ma baldacchino (nebo) e stendardi hanno accompagnato la celebrazione che è stata officiata nelle due lingue della comunità.

Erano presenti i due cori che hanno cantato anche i tradizionali inni di san Giovanni “Ut queant laxis” e “Sv. Ivan Krstnik”. I costumi delle “noše” con i loro colori sgargianti, abbelliti da mazzetti di ortensie e lavanda, hanno portato il sapore della tradizione a questa celebrazione.

Dell’omelia di don Cucù (così era chiamato confidenzialmente) ricordiamo un solo accenno al nome scelto per il “precursore”. La gente vorrebbe che si chiamasse come suo padre, Zaccaria (che significa “ricordare”), mentre la mamma Elisabetta vuole che si chiami “Giovanni” che significa “Dio fa grazia ora”. Come dice il diacono Paolo nel foglietto “Con San Giovanni” (da cui sono prese le informazioni) è un nome portatore di “novità di vita”.

Per concludere questa relazione, fatta con il contributo di mia sorella e mio cognato, uso le parole di don Sergio: “siamo una festa a cielo aperto”.

Luciana Saffi

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